Un giorno qualunque, per tante persone.
Forse per tutte.
Per me, no.
Pochi minuti, una cascata di eventi inaspettati ed impensabili, una giostra impazzita di colori e suoni.
E dolore.
Tanto, tantissimo dolore.
E poi l'ambulanza e la corsa verso l'ospedale, tanti camici bianchi e luci accecanti, le grida...
E il dolore, ancora.
E poi il velo pietoso dell'incoscienza, la memoria che azzera i ricordi, e resta solo la paura.
E il dolore, ancora.
Che ancora mi accompagna: silenzioso, subdolo, pronto a colpire.
Ed allora si tenta di esorcizzarlo: c'è tanta vita da godere, ancora, tanto da progettare, realizzare.
Tanto da vivere, ancora.
Un piccolo pensiero a colei che mi ha regalato un giorno nuovo.
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